venerdì 19 agosto 2011

SIMPOSIO PLAY 01

La settimana di laboratorio residenziale a Cortona è stata davvero ricca di stimoli e la partecipazione di tutti generosa e speciale.
Difficile trovare le parole, ma guardando le foto le emozioni della performance nell'uliveto tornano vivissime sotto la pelle.
Il lavoro fatto durante la settimana parte dal presupposto che per dare nuova vitalità al teatro, nel senso più ampio del termine, c'è bisogno di un attore nuovo, un attore che si allontani il più possibile dal ruolo di esecutore e che tenda invece a diventare un artista creativo e libero, autore di sè stesso in scena. Non significa che la regia debba passare in secondo piano (guai!) ma piuttosta che attori e registi cerchino una relazione equilibrata dove nessuna delle parti delega responsabilità all'altra ma entrambe lavorino al progetto comune dello spettacolo. La sottomissione dell'attore alla regia è per me una cosa assolutamente detestabile. La direzione dello spettacolo investe numerosi ambiti, la scelta  degli spazi, delle luci etc ma le scelte degli attori e la ricerca personale che spetta a ciascuno non va delegata. Questo permette davvero anche ad attori poco esperti di provare gioia nell'incontro con il pubblico perchè profondamente consapevoli delle azioni performative che si accingono a regalare agli spettatori. Quello che "mostrano" al pubblico è esattamete ciò che desiderano mostrare: questo l'obiettivo della ricerca. Gli esiti, in questo caso, molto buoni.
Avedo accettato la consegna di una performance finale da offrire al luogo che ci ha ospitato abbiamo approfittato dell'occasione per verificare il percorso, tentando al contempo di allettare gli spettatori. Il lavoro di ricerca della settimana, passando dalle suggestioni e dalle discipline dei formatori, si è declinato in un azione corale negli spazi dell'uliveto, alla luce magica del tramonto di Cortona.
La peformance prevedeva un momento corale e una diffusione degli attori nello spazio dove prendevano vita singoli frammenti del testo autonomi e continui. Piccole scene circolari che andavano in loop, con possibili varianti, ciscuna cutata da un formatore. Occasione questa, per entrambe le parti, di lavorare in una relazione intima: due attori, un regista, nessun vicolo di tempo, nessuna limitazione di spazi. Una libertà che raramete ci concediamo.
Sul percorso della settimana ci sarebbe molto da dire, a breve tenterò di raccogliere da formatori e allievi qualcosa da condividere qui, anche se tanti rimarranno i segreti che non vogliamo raccontare a nessuno. Almeno fino a Simposio play 02.               

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